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Bestiario d'Italia. 1994­-2004 | 1ª ed.
  diGiampaolo Pansa
 
Casa Editrice   Sperling & Kupfer  

EAN   8820036622

Sezione   Politica e Società

Prezzo   € 15.00
 

Scrivere una rubrica d'opinioni per un settimanale non è un mestiere che s'improvvisa. Giampaolo Pansa lo fa dal 1983, quando cominciò a pubblicare "Quaderno Italiano" su "Epoca", diretta da Sandro Mayer. Nel 1984 la pagina passò all'"Espresso" di Giovanni Valentini, che la chiamò "Chi sale e chi scende". A inventare l'insegna di "Bestiario" fu Claudio Rinaldi, che nel 1987 dirigeva "Panorama". "Non è una testata troppo dura?" gli osservò Pansa. "Daremo della bestia a un'infinità di pennacchioni e tu avrai un mare di grane." Rinaldi alzò le spalle: "Ma no! E poi Bestiario è una parola asciutta, una frustata che suona bene". Dunque, è da più di vent'anni che Pansa pubblica il suo punto di vista sotto un'insegna che via via è cambiata, ma sempre con la stessa schiettezza sorridente. In questo modo si è fatto una fama talvolta ottima, presso i lettori, talaltra pessima, fra i vip politici di ogni colore. Ossia tra i bersagli delle freccette di carta lanciate da un giornalista mai banale, graffiante e che sa raccontare come pochi la tragicommedia del partitismo italiano. Questo libro presenta una scelta di "Bestiari" scritti per l'"Espresso" diretto da Rinaldi e poi da Giulio Anselmi e da Daniela Hamaui, fra il 1994 e l'inizio del 2004. Sono i primi dieci anni della Seconda Repubblica, quella nata dopo il terremoto di Mani Pulite. Il lettore troverà qui gli eventi e le figure dominanti di un decennio che ha cambiato il volto della nostra vita politica. Dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi alla sua prima effimera vittoria, dal quinquennio dominato dall'Ulivo di Romano Prodi sino al nuovo successo berlusconiano e alla travagliata fase d'avvio del governo di centrodestra. Un tempo che ha visto affacciarsi sulla scena politica le maschere create dal "Bestiario" di Pansa: il Dio di Arcore, il camerata Lasagne, il Parroco dell'Ulivo, Baffo di Ferro, Baffino d'Acciaio, Dalemoni, il Parolaio Rosso, Umberto il Barbaro, Walter il Dolce, Cicciobello, il Super-Topo, Piero il Lungo, la Balia Baffuta, il Cappellano Forzista e tante altre. Nel lancio delle freccette, Pansa è sempre stato imparziale. Mettendo in mostra, nella sua cattiveria bi-partisan, le qualità che hanno fatto del "Bestiario" una rubrica tra le più seguite: la libertà di giudizio, l'imprevedibilità, la capacità di percepire il lato comico delle convulsioni politiche, la scelta di mettere in piazza, senza misericordia, anche i vizi della parte che l'autore sente più vicina. Dopo il grandissimo successo de "Il sangue dei vinti", ecco un Pansa d'annata che non si smentisce. Ripercorrere con lui questo decennio aiuterà a orientarsi nel clima furioso della battaglia elettorale per le europee del giugno 2004. E a capire perché l'Italia dei partiti odierni rischia di essere una barca destinata al naufragio.  


  
 
 
 
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